La grande storia a Leuca, l’affondamento del Pietro Micca

Vista aerea di Santa Maria di Leuca
Vista aerea di Santa Maria di Leuca

A Leuca l’ultimo viaggio del Sommergibile Pietro Micca 2 

Il 29 luglio 1943 durante la Seconda Guerra Mondiale a Santa Maria di Leuca si consumava una delle più drammatiche vicende legate alla flotta subacquea della Regia Marina. 

Il Sommergibile Pietro Micca 2 della flotta italiana si trovava in manovra nella baia di Santa Maria di Leuca. Era la mattina del 13 luglio del 1943. La sua missione era quella di fornire rifornimento ma, a causa di un guasto che gli impediva l’immersione dovette tornare indietro alla volta di Taranto.

Veduta area di Punta Ristola a Leuca
Veduta area di Punta Ristola a Leuca

Si trovava nelle acque antistanti Santa Maria di Leuca in attesa delle unità navali che lo avrebbero scortato sino al porto di partenza. Il sommergibile Tropper della marina inglese non si lasciò sfuggire l’occasione di lanciare i siluri su un bersaglio scoperto.

Prima dell’arrivo della nave di scorta arrivarono i siluri del sommergibile inglese Trooper. 

Il Pietro Micca 2 affonda nel mare di Leuca

L’attacco da parte della flotta inglese provocò l’affondamento quasi immediato del sommergibile Pietro Micca 2. L’equipaggio contava 72 uomini, 54 dei quali restarono intrappolati tra le lamiere e 18 invece riuscirono a mettersi in salvo.

Intanto, alcuni pescatori di Leuca nei pressi della rada avevano assistito all’attacco e non esitarono di dedicarsi al salvataggio con le loro barche.

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Riuscirono a portare in salvo 18 marinai insieme alla nave Bormio sopraggiunta nel frattempo. Per gli altri marinai non ci fu nulla da fare. Si racconta che per giorni le barche continuavano a perlustrare le acque e la costa, nella speranza vana di trovare qualche superstite. 

Il salentino Antonio Rizzo era uno degli eroi di quella tragedia. Quel giorno e a quell’ora il marinaio originario di Castro si trovava in plancia e morì in seguito all’urto che lo scaraventò violentemente in mare.

Dove si trova il sommergibile Pietro Micca 2 oggi?

 Oggi, in tempo di pace, ci riesce difficile immaginare l’azzurro mare di Leuca deturpato dai bombardamenti e dalle vicende legate alla Grande Guerra. Il mare di Leuca quindi come nel passato della sua storia più antica, è stato protagonista delle vicende più o meno recenti.

Da allora il sommergibile  Pietro Micca 2 giace in fondo al mare di Santa Maria di Leuca, al largo nel mare di Punta Ristola a  80 metri di profondità e 2,6 miglia dalla costa, piegato su un fianco e ricoperto da incrostazioni e reti di pescatori.

Quali furono le missioni del Pietro Micca 2 durante la Seconda Guerra Mondiale?

Il Pietro Micca 2° faceva parte dell’imponente flotta italiana, la più potente e numerosa flotta subacquea del mondo. Tuttavia nel corso della guerra mondiale i risultati ottenuti furono inferiori alle aspettative a causa delle difficoltà della zona mediterranea molto impervia per i sommergibili.

I Cantieri Tosi di Taranto avevano realizzato i due sommergibili Pietro Micca I impiegato in crociere di addestramento ed il Pietro Micca 2. Quest’ultimo nel corso della sua attività il sommergibile realizzò 24 missioni per il posizionamento delle mine. Dal marzo 1941 al maggio del 1943 si occupava invece di missioni di trasporto.

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70°anniversario dell’affondamento del Pietro Micca, il ricordo di Leuca

Santa Maria di Leuca
Santa Maria di Leuca

In occasione del 70° anniversario dell’affondamento del Pietro Micca a Leuca, l’Associazione Marinai d’Italia di Castrignano del Capo-Leuca, ha voluto ricordare l’evento con una solenne celebrazione. Il 29 luglio 2013 tutta la comunità salentina ha partecipato numerosa alle diverse manifestazioni previste dal programma. 

Per tutto il pomeriggio fino a tarda notte,  il centro Mobile Informatico della Marina Militare Italiana, ha sostato presso il piazzale delle Terrazze dando la possibilità agli appassionati di visionare la mostra e filmati d’epoca. Aperto ai visitatori anche il sommergibile Pelosi della Marina Militare Italiana che si è fermato in sosta nella rada di Santa Maria di Leuca per tutta la giornata. 

La corona in mare per gli eroi del Sommergibile Micca a Leuca

A fine cerimonia le autorità religiose e civili sono salpate fino al punto dove affondò il sommergibile per il rito del  lancio della corona in mare. L’omaggio dei leucani ai marinai morti il 29 luglio del 1943 continua ancora oggi come il ricordo di quei tragici giorni.  

In fondo al mare di Leuca tra le lamiere del “Pietro Micca” giacciono ancora i 54 corpi. Sono i marinai e gli ufficiali della Regia Marina colati a picco nel loro sommergibile durante la Seconda Guerra Mondiale.

6 commenti

  1. sono la nipote diretta del torpediniere rinella giuseppe ,uno dei 54 ragazzi eroi,che giaggiono nel fondo blu’ sono comossa ,e grata, che i 54 eroi sono ricordati.Anche se furono dimenticati,quel nefasto giorno del 29 Luglio del1943.Attraverso internet ho conosciuto e la storia e visto le immagini.Grazie di tenere sempre vivo il ricordo dei nostri eroi,che hanno dato la vita per donorci la libertà.Grazie anche se non sono più in vita a nome dei miei nonni e di mio padre.

  2. Sono il nipote di uno dei due Ufficiali periti sul Pietro Micca, il Guardiamarina Giovanni Pellegrini di Foggia. Solo ora leggo della commemorazione del 70 anniversario dell’affondamento del Micca. Anche io sono commosso e grato per il vostro impegno nel ricordare quei ragazzi che hanno donato la loro vita per tutti noi. Anche io vi ringrazio da parte dei miei nonni e di mio padre che non ci sono piu’. Giuseppe Pellegrini.

  3. Sono Alfredo De Palma, nipote del sergente Alfredo De Palma morto per l’affondamento del Pietro Micca, il cui corpo giace nello scafo. Sono stato a Leuca l’estate del 2017 ed ho visto la lapide riportante i nomi dei caduti apposta sul muro della cattedrale. E’ stato emozionante. Onore eterno a questi giovani.

  4. Per qualche motivo che non conosco, mio padre Tito non era a bordo quando fu silurato il Petro Micca. Ha potuto così tramandare la memoria di quegli anni a bordo.
    Grazie a chi ha aiutato e a chi ancora ricorda quei giovani.
    Roberta Fassi
    Livorno

  5. Sono la figlia del motorista De Marchi, uno de 18 superstiti del sommergibile. Mio padre si salvò perché al momento dell’esplosione era in coperta. È emozionante sapere che il fatto venga ancora commemorato.

  6. Sono il figlio del motorista Michele Ragno. Mio padre era uno dei 18 superstiti. I motoristi del Micca venivano soprannominati “i mano nera” per via delle mani sempre sporche di grasso e olio. È stato lui insieme ad un altro membro dell’equipaggio sig. Fanelli a scoprire quella lapide il giorno del 50° anniversario dell’affondamento. Ero presente a quella cerimonia di cui conservo foto e filmati. Oggi ricorre l’80° anniversario dell’affondamento del Pietro Micca e non so se c’è stata commemorazione.

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