La festa del fuoco a Presicce, riti e tradizioni nel Salento

Uliveto Secolare del Salento vicino Leuca
Uliveto Secolare del Salento vicino Leuca - Foto Ciullo Pantaleo

Cos’è la focareddha di S. Andrea a Presicce?

La Focaredda di S. Andrea è una delle feste patronali più popolari e sentite nel basso Salento. Una ricorrenza che si rinnova da secoli in uno dei Borghi più belli d’Italia, il pittoresco centro storico della città di Presicce a pochi minuti dal Capo di Leuca.

Come suggerito dal nome, l’appuntamento con la “Focareddha”, rappresenta una tra le innumerevoli feste del fuoco nel Mondo Occidentale, colorata di sacro e profano, di innovativo e tradizionale.

Infatti, la focareddha è un grande falò composto da legna raccolta nei campi e acceso la sera della vigilia della festa del Patrono Sant’Andrea Apostolo,  il 29 novembre di ogni anno.

La festa a Presicce, ha origini molto antiche e si rifà al pensiero atavico del fuoco purificatore. Infatti, un tempo, bruciando oggetti, cibarie, animali, le fiamme propiziavano una stagione invernale meno inclemente, che avrebbe permesso i successivi raccolti.
Il fuoco è caposaldo della festa di Presicce nei suoi molteplici significati, religiosi e pagani, e nelle sue varie forme.

La festa di S. Andrea Presicce ovviamente è accompagnata da una serie di riti religiosi che si susseguono solitamente tra il giorno della vigilia e quello della festa vera e propria. Il giorno della Focareddha è anche il giorno della processione religiosa in onore del Santo per le strade di Presicce. L’itinerario segue infatti le predicazioni del Vangelo fatte da  Sant’Andrea, in Asia Minore, in Grecia e nella Russia meridionale.

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La devozione dei Presiccesi per S. Andrea è da sempre molto sentita. Come segno di devozione al Santo, soprattutto nei tempi antichi, si era soliti dare il nome di Andrea ai bambini nati in questo periodo dell’anno.

Quando si accende la Focareddha a Presicce?

Un tempo, la sera della vigilia di S. Andrea, intorno alle case del paese si accendevano dei piccoli falò. Erano un momento di divertimento ed un’ occasione per stare tutti insieme, anche con i bambini che si divertivano con i salti. Si pensava infatti al potere magico del fuoco che si riteneva allontanasse le influenze negative ed avesse effetti purificatori.

Nel corso degli anni il grande falò della Focaredda si è acceso nel centro storico nei pressi della chiesa madre. Negli ultimi anni invece, per motivi anche di sicurezza, il sito della focaredda a Presicce si è spostato nella zona più periferica, nell’atrio occupato da un edificio, il vecchio ospizio.
U giorni di festa in onore del Santo a Presicce sono il 29 ed il 30 novembre di ogni anno. La festa comprende anche una piccola degustazione con stand gastronomici, artigianato locale, e musica dal vivo che accendono i vicoli del centro storico.

Il piatto tipico della festa resta sempre quello del pesce fritto, le famose “triglie di Sant’Andrea”, tutto pesce pescato dalla gente del posto per l’occasione.

Molti turisti infatti accorrono ogni anno alla festa non solo per partecipare alla “focareddha”, ma anche per gustare le prelibatezze della gastronomia del grazioso borgo di Presicce. Il centro storico infatti è ricco di palazzi cinquecenteschi, torri fortificati e giardini pensili, chiese barocche ed una grande tradizione contadina legata alla produzione dell’olio. Nelle suggestive sale del Palazzo Baronale si può visitare il Museo della Civiltà Contadina ed il vicino frantoio ipogeo. Le feste patronali fanno parte del patrimonio culturale e storico di tutto il Salento, si tratta di tradizioni da tutelare e valorizzare.

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La Chiesa Madre di Presicce dedicata a Sant’Andrea Apostolo

La chiesa Madre di Presicce è dedicata a S. Andrea Apostolo e si trova al centro della ridente cittadina salentina,  sullo stesso luogo dell’antica parrocchiale distrutta dal terremoto del 1743.

Il suo interno si presenta ad un’unica navata a croce latina con 8 altari laterali sovrastati da preziose tele. Il battistero e le acquasantiere sono il dono del Re del re Francesco I di Borbone in segno di stima per il presiccese Michele Arditi direttore del Museo di Napoli (1807).

Le due statue di S. Andrea e S. Vito sono settecentesche e della scuola napoletana.

All’interno si possono ammirare preziose tele di artisti salentini, come il martirio di S.Andrea Apostolo ad opera di Giovan Battista Catalano del 1601. Di Oronzo Tiso sono anche il Trasporto dell’Arca dell’Alleanza,  l’Ultima Cena, la Natività, L’Adorazione dei MagiCristo e la Samaritana.

Il Sacrificio di Isacco, il Sacrificio di Iefte, Mosè salvato dalle acque, Mosè e le tavole della legge sono invece di Pesco. Gli altari dell’Assunta e La Madonna del Rosario sarebbero attribuiti alla pittrice Rachele Lillo.

Di fronte alla chiesa di S. Andrea si erge la colonna intitolata al Santo e donata dalla nobile famiglia Bartilotti nel XVII secolo. Si presenta in stile barocco con una balaustra sormontata da quattro statue: sono il simbolo delle 4 virtù cardinali, Prudenza, Giustizia, Temperanza, Fortezza.

Con la festa di S. Andrea Presicce ricorda il martirio subito dall’apostolo. Secondo la tradizione nell’anno 60 d.C. mentre si trovava a Patrasso in Grecia, Andrea fu crocefisso dopo essere stato appeso a testa in giù. La particolare forma della croce (ad X) ancora oggi viene indicata come la Croce di S. Andrea. Le sue spoglie dalla Grecia giunsero ad Amlafi per poi arrivare a Roma e ritornare nuovamente a Patrasso.

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